E alla fine anche i Cinquestelle hanno il loro candidato sindaco: Antonio Cozzolino.
Attivista pacato e determinato allo stesso tempo, Antonio si è da settimane sobbarcato l’arduo compito di guidare la tumultuosa assemblea del Movimento, assecondandone gli entusiasmi e spendendosi con infinita pazienza a gestire le fiamme che ogni tanto sembrano voler divampare tra le fila degli attivisti.
Il Movimento Cinque Stelle di Civitavecchia è un magma ad altissima temperatura, piuttosto intemperante e disordinato. Non ha nulla dell’ordine instaurato dei partiti tradizionali. Non ci sono questori nè pretoriani a imporre gerarchie preordinate e le assemblee non sempre brillano per capacità di sintesi.
Ma è qui che il Movimento promette qualcosa di più: tutto è in divenire e così rapide correnti ascensionali portano alla ribalta giovanissimi e meno giovani, attivisti della prima ora e veterani d’altre battaglie (e talvolta di ben’altri schieramenti), continuamente rimescolando le carte e continuamente ribaltando ogni possibile previsione. Il M5S sembra essere rimasto l’unico luogo politico dove le candidature non rispondano a diktat di canuti ras senza tempo o a prevedibili futuri ricongiungimenti da ballottaggio.
Il PD, infilato nel tritacarne anche il Governo Letta, condito con frattaglie di Ministri vari, affronta le locali amministrative con i soliti, o meglio, con il solito nome. Una formula che testimonia le grandi capacità del solito Pietro Tidei (oppure le tendenze autolesioniste di ciò che resta del più grande partito della sinistra italiana). Insondabili i pensieri degli attivisti democratici, schiacciati da figure che ricordano “L’autunno del patriarca” per l’assoluta incapacità di cedere il passo al rinnovamento, incapaci di elaborare il lutto, forse proprio perchè è proprio il fantasma del defunto che non vuole liberare le stanze di casa.
SEL importa il proprio candidato dalle non lontane coste piddine (Mauro Guerrini). Una manovra curiosa, data la recente crisi coniugale vissuta tra le mura del Pincio. Ma si sa bene che i numeri della compagine di Gino De Paolis ed Enrico Luciani mal si sposano con verosimili sogni di gloria, condannato com’è il partito del telegenico (e telefonico) Niky Vendola ad accettare alleanze che inesorabilmente arrivino dal lato mancino. Tanto vale prepararsi all’ennesima riconciliazione con la politica coi baffi.
A destra è tutto un festeggiare la discesa in campo di Massimiliano Grasso, che ha proposto una Svolta (a destra come di prassi). Pare che la candidatura del giovane (in questo Paese a 41 anni si è considerati poco più che adolescenti) responsabile Stampa dell’Autorità Portuale, poggi su fondazioni solide. Finalmente un fiocco azzurro ad allietare le banchine della destra paesana, ancora in lutto dopo l’aborto italo-forzuto dell’autocandidatura moscheriniana.
Da più parti arrivano segnalazioni di possibili futuri avvistamenti di ulteriori candidati sindaci, destinati probabilmente a divenire sin da subito preziose rarità nei sogni di raffinati collezionisti. Qualcosa di assimilabile al Gronchi rosa, per capirci.
Con o senza pezzi rari, queste amministrative verranno certamente ricordate perchè, fra tante, saranno quelle il cui risultato finale sarà aperto sino all’ultimo minuto. Non ci sono favoriti, questa volta. O forse è proprio vero che i favoriti, a maggio, saranno proprio i cittadini della Città d’incanto.
Foto di Enrico Paravani©