Agli albori dell’antropologia criminale Cesare Lombroso (1835-1909) introdusse il concetto del criminale per nascita.
Oggi sappiamo che le sue supposizioni erano errate: l’influenza dell’ambiente esterno e del vissuto interagiscono in maniera molto complessa con i “talenti genotipici”. Possiamo, però, definire casi di studio particolari quelli in cui è possibile ricondurre una predisposizione comportamentale ad una dote indotta da cause esterne. Casi in cui il quadro delle influenze esterne è chiaro. Casi in cui, l’approccio di cui sopra, è applicabile ad una intera comunità di persone.
Ebbene, individuato il caso, lo chiameremo “Civitavecchia”.
A Civitavecchia vivono persone che possiamo definire; indifferenti per nascita. Lombroso avrebbe individuato dei caratteri anatomici ricorrenti. Noi preferiamo individuare dei caratteri comportamentali ricorrenti e vorremmo identificare i meccanismi di induzione esterna.
Aspetti etologici
L’osservazione, decennale, dei caratteri comportamentali di questa comunità ha identificato un atteggiamento ricorrente nel civitavecchiese; “l’indifferenza”. La maggioranza della popolazione (e non stupirebbe trovare percentuali non in linea con la già disastrata media nazionale) risulta completamente avulsa dalla disamina delle problematiche cittadine fondamentali. Fanno eccezione episodi identificabili sotto la voce “sindrome del cortile di casa” (ovvero tutti quegli elementi che disturbano l’areale prossimo al luogo in cui si vive: escrementi di cane, rumori notturni, buche stradali, mancanza di parcheggio etc.). Gli elementi induttivi di questo comportamento sono di due tipi: 1) disabitudine al pensiero critico. 2) disinteresse al pensiero critico. L’elemento di cui al punto 1) è legato alla cronica mancanza di interesse verso l’insieme dei valori definiti come “bene comune”. L’indifferenza di questo tipo che chiameremo “Indifferenza Indotta di Tipo I (III)” è volgarmente nota come; “inciviltà” ed è correlata all’incapacità della società stessa di produrre fenomeni di automiglioramento (fallimento dell’educazione civica nella scuola dell’obbligo, disuguaglianze di reddito che si traducono in una sperequazione culturale etc.). L’elemento “disinteresse al pensiero critico” ha una genesi più complessa; gli individui non sono disabituati al pensiero critico, in senso stretto, sono indotti alla disabitudine da interferenze esterne. Chiameremo questo tipo di indifferenza “Indifferenza Indotta di Tipo II (IIII)”.
In questo secondo caso abbiamo individuato un elemento fondamentale che descrive la maggior parte dei processi di induzione: la sussistenza. Attraverso la struttura clientelare si instaura un circolo vizioso che porta alla dissoluzione del merito ed all’ipertrofia dei rapporti preferenziali per conoscenza. Chi in qualche modo rimane all’interno della struttura riceve prima o poi in dono un elemento di sussistenza. L’atto della donazione comporta un danno sociale dal momento in cui è, de facto, un “ricatto occupazionale occulto”. Da notare che tale metodo si applica anche ai casi di indifferenza indotta di tipo I anche se, dal punto di vista delle ricadute sociali, la questione appare del tutto irrilevante.
Nascita dell’autocoscienza
La domanda fondamentale è: lo schema di funzionamento descritto è reversibile? Secondo il nostro parere è reversibile perché:
- La rete di induzione che genera ricatto occupazionale non copre tutta la popolazione residente. Ci sono focolai di consapevolezza che tenderanno ad analizzare il problema e a scrivere delle disquisizioni come quella che state leggendo.
- Il fenomeno dell’ ”Indifferenza indotta di Tipo I”, impermeabile ad azioni di informazione e rieducazione, può essere ricondotta ad uno stato di “minimo danno sociale” attraverso la creazione di nuove opportunità di progresso economico-sociale in ambito cittadino. Ciò può avvenire nell’assoluta inconsapevolezza del gruppo citato. (state parlando da un punto di vista elitario? Risposta: Si). –
- Il fenomeno dell’”Indifferenza indotta di Tipo II” risulta immune ad azioni informative. La disarticolazione dello status quo non può prescindere dalla dissoluzione completa dei vantaggi non meritocratici che queste persone hanno maturato. La via maestra per operare in questo senso è l’intervento politico mirato alla gestione e amministrazione della città.
- L’attuale situazione di sofferenza economica e sociale dei cittadini di Civitavecchia è un terreno fertile per dar vita a sinergie, affinché da un processo malato si riparta con orgoglio a costruire il proprio futuro.
Diversamente civitavecchiesi
L’identità di chi cerca gli strumenti per elaborare giudizi critici, di chi riconosce il bene comune come valore fondante della comunità, di chi non ha nulla da nascondere, nulla da chiedere, nulla da restituire. Ecco cosa significa essere diversamente civitavecchiesi. Noi siamo lo scarto. Noi non abbiamo paura. Noi siamo SenzaPaura.