Neil Richard Gaiman (Porchester, 10 novembre 1960), è scrittore, fumettista, giornalista e sceneggiatore britannico.
Non ho paura di cadere. Quello di cui ho paura è il momento in cui smetti di cadere e cominci ad essere morto.
Nessun Dove racconta la storia di un ragazzo comune a tratti insignificante, a parte qualche bizzarra mania; collezionare troll di plastica. Richard Mayhew sta per trasferirsi a Londra, dalla provincia, pronto ad iniziare la sua nuova vita da adulto.
Per un caso fortuito, soccorrerà una ragazza ferita, entrerà in un mondo parallelo, Londra di Sotto, popolato e plasmato da tutti coloro che vivono ai margini, pazzi, barboni, ovvero tutti quegli invisibili che il mondo e la normalità (?) tendono ad ignorare.
Fino a che anche lui, felicemente appartenente alla “razza” dei normali, diventerà un invisibile per gli abitanti della Londra di Sopra.
Nessun Dove è un romanzo che ci fa ritornare ragazzi pur rimanendo adulti, accompagnati da Richard, dai ParlaCoiRatti, da Cacciatori, dal Marchese de Cabaras e soprattutto da Porta ed inseguiti da due improbabili quanto terrificanti cattivi; intraprendiamo un viaggio nella Londra di Sotto, una sorta di tana del Bianconiglio, un mondo fantastico dove l’impossibile è la normalità, mendicanti che sono dei re, angeli pazzi che vivono insieme a creature mitologiche, mercati erranti dove ciò che a noi sembra privo di valore per qualcuno è ragione della propria esistenza. Nella Londra di Sotto ci si confronta anche con le proprie paure, i peggiori incubi possono prendere forma, dove si è costretti ad affrontarle o a vincerle, altrimenti ne va della propria vita.
Il Romanzo è uno straordinario e appassionato omaggio alla letteratura classica per ragazzi, infatti, rispetta gli schemi della morfologia della fiaba e i sette personaggi-tipo analizzati da Vladimir Propp, linguista ed antropologo russo.
E’ un romanzo per riscoprire i luoghi fantasiosi della nostra infanzia che spesso abbiamo dimenticato, all’apparenza sembra facile da leggere come solo una fiaba può essere, ma ci lascia sottilmente affascinati, così tanto affascinati da spingerci a guardare con occhi diversi ogni tombino, ogni “invisibile” ogni angolo buio della nostra città.
“So che questa è una domanda indiscreta, ma lei, per caso, è clinicamente pazzo?”
“Possibile, ma assai improbabile. Perché?”
“Beh” ribatté Richard “Uno di noi deve esserlo per forza!
Foto di Enrico Paravani©
1 Comment
Paola Angeloni
27/04/2014 at 23:37bellissimo!