Qualche giorno fa mi sono imbattuto in un articolo firmato dal mio amico Gino Saladini, dal Sig.Porro e dal Sig.Barbaranelli.
L’argomento dell’articolo era la cultura e le ipotetiche responsabilità che ha questa amministrazione nel non trovare soluzioni al problema.
Mi fa enormemente piacere che tre persone del loro calibro parlino di cultura e della pericolosa deriva che sta prendendo in questa città.
Vorrei però usare la parola cultura nel modo più ampio possibile, non solo parlando di teatro e musica.
Finalmente qualcuno ammette che questa città è culturalmente morta sotto tutti i punti di vista.
La scelte vergognose, che non coinvolgono solo le amministrazioni che si sono succedute in questi 50 anni nella nostra città, ma fatte a tutti i livelli, nei palazzi che contano, dalla cattiva politica e dai partiti che, rappresentati dai signori sopra citati, sono i veri responsabili e ne è l’esempio la scuola pubblica, massacrata negli ultimi anni.
Se poi volessimo restringere il campo e parlare di come la cultura è stata gestita nel nostro territorio, sarebbe facile ricordare ai signori che la sua distruzione non è avvenuta con la chiusura del teatro e la sua riapertura dopo decenni.
La politica con la mancanza di programmazione a lungo termine ha ucciso il teatro e lo scorporamento della musica dal teatro ha sancito la fine di quest’ultima.
La Cittadella della Musica ha ucciso la musica ed i costi di gestione della struttura hanno gravato sulla sua programmazione rendendo gli spettacoli musicali roba per una élite fin troppo ristretta.
Il teatro non aveva bisogno di un direttore e un sovraintendente, alla cittadella non serviva un altro responsabile.
Il comune spendeva per queste figure quasi 150.000€ ogni anno e per cartelloni che vedevano, con una certa e inusuale frequenza, le stesse compagnie teatrali e gli stessi attori, neanche qui è stato rispettato il principio di rotazione ed è proprio qui che è morta la cultura del teatro.
Altra criticità, secondo loro, è quella della vendita delle mura della scuola di musica di via Bramante, scuola non comunale, di cui nessuno mette in dubbio l’importanza sul territorio per la formazione di giovani musicisti ma è altrettanto vero che il compito di una amministrazione è quello di tutelare tutte le associazioni, non favorendone nessuna, ma anzi cercare di creare una sana competizione tra tutte al fine di tutelare prima di tutto i ragazzi e poi la musica tutta. Se ci fossero locali comunali da dare ad ogni realtà musicale il discorso sarebbe di certo diverso.
Per quanto riguarda gli eventi estivi sarebbe bene ricordare che le ultime due estati sono costate 0€ alla comunità e che, mentre le altre città usavano i fondi Enel per far crescere le loro manifestazioni (vedi Tolfarte e gli altri festival in giro per il comprensorio), qui si spendevano in modo indegno e senza alcun tipo programmazione i milioni di €uro che venivano donati, in cambio della nostra salute, proprio da Enel.
Oggi ho la forte e netta sensazione che si stia finalmente pensando ad una programmazione con una visione decennale della promozione del nostro territorio ma, un po’ per la mancanza di risorse finanziarie e molto per la mancanza di quella programmazione che non si è ereditata, i risultati non sono visibili.
Ciò che ritengo più offensivo, ed era contenuta nell’articolo, è la frase “I nostri amministratori mettano a dirigere le strutture culturali chi vogliono, si servano di loro adepti qualificati”.
In questa frase è sintetizzata la distruzione della cultura e della cosa pubblica.
Pensavo che l’8 giugno 2014 avesse insegnato qualcosa ma evidentemente sbagliavo.
Identificare negli adepti la soluzione tampone migliore è ciò che vi ha mandato a casa e questo modo di far politica ha sancito il loro licenziamento dal governo di questa città non di un partito o una persona, come molti vogliono far credere, ma di una intera classe politica.
Questa città non ha licenziato Tidei quell’8 di giugno ma li ha licenziati tutti il 25 maggio, ma questa è un’altra storia che non fa comodo raccontare.
Sono convinto che la città crescerà ma solo in maniera programmata e seria.
Le buoni menti possono mettersi a disposizione per tutta la collettività.
©Foto di Enrico Paravani